di Gaetano Santangelo

        L’assonanza tra le parole reflex e riflettere giustifica la scelta del nome di questa rubrica che ho tenuto su Amadeus dal febbraio 2015 al dicembre 2019 quando il mensile, nato nel dicembre 1989, compiva trent’anni.

     “I dati dell’Osservatorio SIAE 2015 confermano la ripresa del settore”. Questo il titolo del Bollettino del 18 luglio scorso che contiene una esaustiva massa di informazioni riguardanti l’andamento del settore culturale italiano. Proseguendo leggiamo che: “La crisi economica che ha investito il nostro Paese negli ultimi anni ha sicuramente allentato la morsa e i segnali di ripresa sono sistematici e consistenti”. A parte le recenti rilevazioni riguardanti l’andamento della nostra economia, i dati rilevati dalla Siae per il 2015 ci dicono che l’offerta è aumentata del 2.86%, mentre gli ingressi e gli abbonamenti segnano un +4,89%. “In forte aumento anche gli indicatori economici: spesa al botteghino +8,63%, spesa del pubblico +10,80% e volume d’affari +10,20%“.
Tra i settori che più interessano il nostro pubblico, com’è ovvio, c’è quello della musica. Anche qui sembra che i risultati siano confortanti con un incremento del 22,56% in generale e del 17,25% per la musica classica.
“Le espressioni artistiche sono lo specchio del tessuto civile di una società; – commenta il Presidente di SIAE Filippo Sugar –  talvolta l’arte si adegua al mutare degli eventi, in altre occasioni anticipa ‘il sentire’ della collettività. Attraverso l’Osservatorio dello Spettacolo, SIAE, casa comune degli autori ed editori, non solo ‘interpreta’ il presente, ma, soprattutto, ‘immagina’ il futuro. Grazie a questo solido bagaglio di informazioni, unico ed estremamente complesso, SIAE è pronta ad affrontare le sfide del futuro dell’industria creativa italiana”.
Tutto ciò potrebbe essere addirittura confortante, anzi farebbe quasi supporre che il nostro Paese goda in fatto di cultura di buona, se non ottima salute, salvo rendersi conto che questo è uno dei settori che maggiormente ha sofferto e soffre della crisi e che questi piccoli segnali, che non vogliamo sottovalutare, sono ben lontani rispetto a quello che ci aspetteremmo dalle nostre massime autorità di governo.

(Amadeus n. 323–ottobre 2016)