di Gaetano Santangelo

        L’assonanza tra le parole reflex e riflettere giustifica la scelta del nome di questa rubrica che ho tenuto su Amadeus dal febbraio 2015 al dicembre 2019 quando il mensile, nato nel dicembre 1989, compiva trent’anni.

    Musica e numeri. Esistono interi trattati sull’argomento. A parte il fatto che i numeri che maggiormente preoccupano il nostro mondo misurano altri e più famelici interessi, la lettura dei risultati di un’inchiesta sul teatro lirico condotta da Operabase.com fa nascere un quesito: quanto sono importanti i numeri per la musica, visto che questa esisteva anche prima che i pitagorici scoprissero lo stretto legame di quest’arte con il mondo della matematica? Oggi poi che c’è un’altra categoria di numeri che ci aggredisce senza sosta e ci invita alla riflessione: le “statistiche”. Queste, come ammonisce il grande Trilussa, sono ingannevoli dato che: da li conti che se fanno /seconno le statistiche d’adesso / risurta che te tocca un pollo all’anno: / e, se nun entra nelle spese tue, / t’entra ne la statistica lo stesso / perch’è c’è un antro che ne magna due.
Impietose esse ci rendono edotti che:
a) siamo al quarto posto nella produzione di opere con 1393 rappresentazioni. Ci precedono Germania (6795), Stati Uniti (1657) e Russia (1490). Quanta acqua è passata sotto i ponti da quando eravamo primi!
b) in rapporto al numero di abitanti crolliamo al 17° posto con 23,1 rappresentazioni per milione d’abitanti, mentre al primo posto si trova l’Austria con 139,2. Un bel distacco non c’è che dire. E pensare che il nostro Paese conta un numero di Teatri storici notevolmente superiore alla media di ogni altra nazione. Dopo aver regalato al mondo la pizza, la moda e una quantità incalcolabile di capolavori sparsi nei musei del pianeta ora, i numeri lo certificano, anche per il melodramma il primato è passato di mano. Non ci consola sapere che gli autori più rappresentati sono Verdi, Puccini, Rossini e Donizetti. C’è da chiedersi per quanto ancora potremo permetterci la dieta mediterranea vista l’incombente minaccia del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) e la nostra eterna sudditanza verso gli Usa?
I perché sono molti e le risposte contraddittorie. Se si potessero fare classifiche non sulla quantità, ma sulla qualità quale posto occuperemmo? Difficile colmare un gap di 116 posizioni.

(Amadeus n. 325–dicembre 2016)