di Gaetano Santangelo
L’assonanza tra le parole reflex e riflettere giustifica la scelta del nome di questa rubrica che ho tenuto su Amadeus dal febbraio 2015 al dicembre 2019 quando il mensile, nato nel dicembre 1989, compiva trent’anni.
Nella top ten di Amadeus l’integrale dell’Estro Armonico di Vivaldi interpretato da Roberto Gini con l’ensemble “Concerto” (2 cd Speciale Amadeus, 1991) occupa il primo posto. E anche la versione download, riproposta in occasione dell’uscita del n. 300 (dicembre 2015), è in cima alla classifica. Quella di Gini è ancora oggi per molti la versione di riferimento del capolavoro vivaldiano. A breve distanza di tempo e con lo stesso ensemble, un altro grande successo è stato l’integrale in quattro cd della Selva morale e spirituale di Claudio Monteverdi (Speciale Amadeus, 1993). In tempi recentissimi infine l’antologia dedicata a Carlo Farina con l’Ensemble Theorema (Amadeus n. 330, 2017) è per molti appassionati di musica antica una delle nostre migliori pubblicazioni degli ultimi tempi.
Ma non è per questo che abbiamo affidato alla penna di Franco Pavan (v. Agorà a pag. 5) il compito di farsi interprete della vibrata protesta di Gini provocata da una intervista rilasciata da Jordi Saval al quotidiano La Stampa. Al momento di redigere questo Reflex non risulta vi siano state reazioni da parte di musicista catalano. Forse rimarrà inevasa la vibrata missiva di uno dei maggiori rappresentanti della filologia musicale italiana: Roberto Gini. Il suo ultimo lavoro, quello dedicato a Carlo Farina, ci ha confermato che il suo impegno di ricercatore raffinato e attento non si è attenuato con il passare del tempo, al contrario si è inasprito. Gini ci è sembrato ancora più severo ed esigente con i suoi collaboratori e soprattutto con se stesso.
Non è mai stato tenero nelle sue sortite, ma oggi sembra ancor più radicale e se proprio si sente provocato non usa il fioretto, ma palle incatenate ben sapendo di avere di fronte ha un galeone come quelli che incrociavano all’epoca di pirati e corsari. Ecco il motivo per cui abbiamo chiesto a un collaboratore di navigata esperienza e di penna elegante, come Franco Pavan, esperto e studioso oltre che grande liutista, di farsi interprete delle posizioni del nostro.
(Amadeus n. 334–settembre 2017)