di Gaetano Santangelo

        L’assonanza tra le parole reflex e riflettere giustifica la scelta del nome di questa rubrica che ho tenuto su Amadeus dal febbraio 2015 al dicembre 2019 quando il mensile, nato nel dicembre 1989, compiva trent’anni.

Education: una volta l’avevamo chiamata ScuolAmadeus, fondendo il titolo della rivista con il nome dell’istituzione più importante in ogni paese che abbia l’ambizione di definirsi Stato. È evidente che nell’era digitale e di internet parlare di scuola può risultare limitativo rispetto al significato del termine inglese. Abbiamo sempre cercato di evitare, se non per i casi strettamente necessari, di usare termini in lingue diverse dall’italiano, ma qui proprio non abbiamo saputo trovare di meglio. In italiano “Educazione” poteva essere facilmente attribuito a norme di comportamento. Lo stesso dicasi per “istruzione” o semplicemente “scuola”; entrambi sembrano limitativi rispetto a un percorso che vuole aprirsi alla vita. Per queste ragioni il termine education è sembrato l’unico idoneo ad aprire le porte della scuola al mondo esterno. Che cosa si fa nella scuola che le è estraneo e che cosa non si fa, ma sarebbe utile, all’educazione dei cittadini di domani? Per quanto ci riguarda, il denominatore comune è e rimane ovviamente la musica.

Abbiamo infatti voluto nelle nostre pagine, affidate a Pietro Dossena, la presenza costante di una firma illustre, quella di Carlo Delfrati, che fin dal primo numero è stato sostegno e guida di tutte le nostre iniziative che in qualche modo mirassero a coinvolgere il mondo dei giovani, fornendo una guida utile soprattutto agli adulti, genitori o insegnanti, che hanno il difficilissimo compito di educatori.

La musica continua a essere la grande assente nell’ambito dei programmi scolastici. Finora si è sempre trattato di provvedimenti marginali e spesso di scarso o di nessun peso. Solo la buona volontà di presidi e docenti sensibili a questo tema ha permesso di tener viva la fiamma della musica nelle nostre scuole. Solo iniziative poste in essere da associazioni e fondazioni private, prima fra tutte AsLiCo, hanno permesso alla musica di trovare udienza e accoglienza in moltissime scuole italiane.

(Amadeus n. 308 – luglio 2015)