di Gaetano Santangelo
Il profumo della periferia e della musica del Novecento nel ciclo Primavera di Baggio.
Il Novecento, il “secolo breve”, ogni tanto fa capolino anche nel mondo della musica che, contrariamente a quanto è avvenuto nel campo dell’arte figurativa, ignora l’esistenza di tutto quello che la critica ha affossato perché non rispondente a regole predefinite (quelle di Darmstadt, e simili, tanto per intenderci), che la maggior parte del pubblico ha sempre digerito, quando l’ha fatto, a fatica.
Ora, grazie ad alcuni giovani artisti illuminati come la flautista Rebecca Taio e il pianista Alberto Chines, e molti altri, si vanno riscoprendo alcune opere ingiustamente dimenticate. Dai risultati che abbiamo potuto apprezzare nel corso di un concerto nella Chiesa Vecchia di Baggio, dove da più di dieci anni si tiene il ciclo La Primavera di Baggio, amorevolmente organizzata dai pianisti Davide Cabassi e da Tatiana Larionova, che non perdono occasione per ristabilire, sia pur faticosamente, anche per la musica del secolo scorso, il rapporto con il pubblico, difficile, se non impossibile, senza quel sottile filo di emozioni che collega il triangolo ai cui vertici stanno: musica, cuore, cervello.
Sorprendente è che ciò avvenga in una zona periferica del capoluogo lombardo poco frequentata dal pubblico abituato ad ambienti musicali “chic” e viziati.
Se l’argomento è di vostro interesse, potete dovete tener d’occhio quanto avviene nell’estrema periferia di Milano. Dovrete percorrere via delle Forze Armate, la direttrice che porta da Milano, verso l’hinterland, e continua a chiamarsi così anche quando Milano finisce e comincia Baggio. Qui il profumo della periferia (pardon hinterland) della metropoli è particolarmente intenso, non solo per le trattorie e i locali (simil-pub) frequentati dai residenti e dai “milanesi ben informati”, ma per il contesto storico degli edifici che alternano vecchie cascine convertite ad abitazioni e ville gentilizie sopravvissute al propagarsi del nuovo, un tantino anonimo.
Il profumo l’abbiamo respirato qualche sera fa quando ci è stato offerta una serata speciale, per due motivi: il repertorio proposto (tutto dedicato al Novecento) e la bravura degli interpreti: Rebecca Taio e Alberto Chines.
Il pubblico ha dimostrato più maturità di quanta ci si aspetti ed è accorso numeroso nonostante la locandina prevedesse l’esecuzione di brani di Casella, Pilati e Respighi, autori non certo popolari.
Ma i due interpreti hanno saputo, anche grazie all’aspetto fisico, (Rebecca, una silhouette da modella, perfetta nel suo abito di seta tutto traforato da cui traspariva un rosa d’altri tempi) richiamava i quadri di Boldini riportandoci a un clima di primo Novecento.
Un successo di pubblico, che ha potuto anche accaparrarsi il nuovo cd Brilliant Alter Ego di Rebecca Taio (flauto) e Marco Grisanti (pianoforte).
N.B. Per riascoltare Pilati e Respighi e avere informazioni su La Primavera di Baggio cliccare sulle parole in blu.