di H. C. Robbins Landon

(Pubblicato sul n. 15 di Amadeus, febbraio 1991)

Le lettere della famiglia Mozart.
Brillante, malizioso, espansivo, spiritoso e crudele, il figlio. Acuto osservatore

del mondo contemporaneo,con particolare attenzione alla scena musicale,
alle mondanità e al cibo, il padre Leopold. La corrispondenza dei due musicisti
offre squarci profondamente rivelatori di quello che la gente del diciottesimo
secolo pensava della vita, dell’amore e della politica.

          La maggior parte delle lettere dei compositori non è particolarmente interessante, in quanto tratta per lo più di affari o di faccende quotidiane. Ci sono tuttavia delle eccezioni: le lettere di Mendelssohn sono spesso piacevolmente sofisticate, e alcune di Beethoven hanno l’esplosiva forza della natura; anche le lettere di Haydn all’amica Marianne von Genzinger sono straordinarie, ma tutto sommato gli esempi citati sono atipici. Le missive di Mozart e della sua famiglia sono invece inestimabili sotto molteplici aspetti, in quanto vere cronache sociali (e ciò vale in particolar modo per quelle del padre Leopold), descrizioni precise di ciò che provava Wolfgang nel suonare, nel comporre opere, e soprattutto offrono squarci profondamente rivelatori di quello che la gente del diciottesimo secolo pensava della vita, dell’amore e della politica. È sorprendente il numero di lettere a noi pervenute: quattro grossi volumi nella nuova edizione standard in tedesco (Mozart: Briefe und Aufzeichnungen Gesamtausgabe, raccolte ed edite da Wilhelm A. Bauer e Otto Erich Delitsch, Kassel, etc., 1962). La traduzione compiuta da Emily Anderson prima della guerra è un classico, ma è inevitabilmente sorpassata da questa edizione tedesca, se non altro perché quest’ultima contiene centinaia di documenti non inclusi nella prima. Leopold Mozart era un uomo straordinario: nato ad Augsburg nel 1719 da un mastro rilegatore, aveva studiato filosofia e giurisprudenza all’Università di Salisburgo. Sua moglie, Maria Anna Pertl, proveniva da una buona famiglia di St. Gilden, una graziosa cittadina sul lago vicino a Salisburgo.

Il fasto di un avvenimento mondano in un’incisione del 1791

Un ambiente felice
          Una coppia felice che ebbe sette figli, di cui due soli però sopravvissero: Maria Anna (Nannerl) nata nel 1751 (la quarta) e Wolfgang (il settimo), nato nel 1756. Tra le tante qualità superiori, Leopold si dimostrò un eccellente maestro; aveva pubblicato all’epoca della nascita di suo figlio un famoso trattato sul violino che ebbe parecchie edizioni successive e fu tradotto in molte lingue. Era un compositore prolifico, di cui si contano un enorme numero di messe, sinfonie, concerti, musica minore da chiesa e deliziose opere occasionali come “Viaggio musicale in slitta”, con suono di campanelli simile a quello che suo figlio avrebbe usato nella famosa Danza Tedesca K 605 N.3 (Viaggio in slitta).
Sicuramente fu un ambiente felice in cui crescere. Leopold Mozart era un uomo molto colto con un caustico senso dell’umorismo; ed era anche un affarista nato, organizzatore di incomparabile efficienza dei concerti dei suoi brillanti Wunderkinder (bambini delle meraviglie, n.d.r.) in tutta Europa. È stato accusato di avventatezza per aver insistito a presentare Maria Anna e Wolfgang in una città dopo l’altra a ovvio detrimento della loro salute, ma era d ‘altro canto una tentazione difficile da vincere, se si tiene in considerazione l’opprimente atmosfera della corte, gretta e provinciale, di Salisburgo, dove Leopold era violinista e in seguito vice cappellano di corte. Se tali strapazzi accorciarono senza dubbio la vita di Wolfgang – è attuale opinione che contrasse i suoi disturbi alle reni durante uno dei lunghi ed estenuanti viaggi – è anche vero che allargò il suo raggio di esperienze in modo speciale, sia dal punto di vista musicale (ad esempio imparando a scrivere opere italiane durante il suo soggiorno in Italia) sia per quanto guarda la comprensione del pensiero europeo.
Leopold era un acuto osservatore della scena contemporanea, e ciò rende le sue lettere, scritte alla figlia dopo la visita a Wolfgang e Constanze nel nuovo ed elegante appartamento viennese vicino alla cattedrale, doppiamente interessanti e preziose. Contengono infatti più informazioni su Mozart e la sua attività a Vienna all’apice della carriera, di quanto non facciano tutti gli altri documenti disponibili.

Un ritratto di Leopold Mozart attribuito a P.Antonio Lorenzoni, 1765 circa

Il 18 febbraio 1785 Leopold scrive: «Puoi desumere che tuo fratello disponga di un bell’alloggio con tutte le decorazioni necessarie (probabilmente mobili, tende, paraventi, ecc.) dal fatto che paga un affitto (annuo) di 480 f [per essere esatti 460]. Quello stesso venerdì [11 febbraio] siamo andati alle 6 al suo primo concerto in abbonamento, cui erano presenti molte personalità di rango. Ognuno paga una sovrana d’oro [13 fiorini e mezzo] o 3 ducati per la serie di concerti quaresimali che si tengono nella Mehlgrube. Per l ‘uso della stanza egli paga solo mezza sovrana d ‘oro. Il concerto è stato incomparabile, l’orchestra eccellente, e oltre alle sinfonie c’era un cantante di teatro italiano che si è esibito in 2 arie. Dopo di che ci fu il nuovo, superbo concerto per pianoforte di Wolfgang che il copista stava ancora scrivendo quando siamo arrivati, e tuo fratello non ha neppure avuto tempo di ripassarsi il Rondeau perché doveva controllare la copiatura. Sabato sera [12 febbraio], erano con noi Herr Joseph Haydn e i Baroni Tinti [Anton e Bartholomaus Freiherr von Tinti; Anton era ministro residente di Salisburgo a Vienna, ed entrambi erano membri della loggia massonica di Haydn] e sono stati eseguiti i nuovi quartetti [K458, 464, 465], ma solamente i 3 nuovi, che ha aggiunto ai 3 che già abbiamo; forse sono un poco più facili, ma composti in modo eccezionale. H. Haydn mi ha tetto: “Davanti a Dio, e sono un onest’uomo, le dico che suo figlio è il più grande compositore che io conosca, sia personalmente sia di fama, ha buongusto, e soprattutto possiede la massima conoscenza dell’arte del comporre. Domenica sera a teatro [Burgtheter] c’era un concerto d’accademia della cantante italiana [Luisa o Aloysia] Laschi (la Contessa mozartiana nel Figaro del 1786) che parte per l’Italia. Ha cantato 2 arie, parte poi ci fu un concerto per violoncello, quindi un tenore e un basso hanno cantato un’aria ciascuno e tuo fratello ha suonato il meraviglioso concerto che ha scritto per la Paradis [forse il n. 18 in si bemolle K456 scritto per la pianista cieca Maria Theresa von Paradies, che era stata a Salisburgo nell’estate del 1783). Ero a soli due palchi dalla graziosa Principessa [Elisabeth] di Wuerttemberg (in seguito sposa dell’arciduca Francesco), e avevo il piacere di udire il dialogo tra gli strumenti così chiaramente da piangere di gioia. Quando tuo fratello ha lasciato il palcoscenico, l’Imperatore, con il cappello in mano, gli ha fatto i complimenti sporgendosi, gli ha gridato “bravo Mozart!” Quando è uscito per suonare è stato accolto da applausi. Ieri non siamo andati a teatro, perché c’era un concerto dell’accademia ogni giorno. Solo ora comincio a sentire gli effetti del freddo patito durante il viaggio, persino domenica sera ho bevuto un infuso di fiori di sambuco prima del concerto dell’accademia e mi sono imbacuccato bene. […] Porterò a casa molti nuovi pezzi di tuo fratello. Il piccolo Carl assomiglia molto a tuo fratello. Lo trovo in ottima salute – ma talvolta i bambini hanno problemi di dentizione – e ieri non stava tanto bene, anche se oggi si è ristabilito. Il bambino per il resto è molto carino e socievole […]. Ieri, il 15 [la lettera è stata scritta nell’arco di parecchi giorni] c’era un altro concerto a teatro per una ragazza [Elisabeth Distler, un giovanissimo soprano dell’opera italiana] che ha cantato in modo delizioso, tuo fratello ha suonato il nuovo e grandioso Concerto per pianoforte in re [probabilmente N.16, K451]; magnifico, ecc. Oggi andremo a un concerto privato dell’accademia dell’agente di Salisburgo v[on] Ployer».”
(Tradotto dall’edizione completa tedesca da chi scrive e incluso in Mozart, gli anni d’oro 1781-1791, Garzanti 1989, pp .125).

Concerti e pranzi
          Il «nuovo, superbo concerto per pianoforte», il Concerto N.20 in re minore K466 fu, nella forma, la pietra di paragone delle opere classiche del diciottesimo secolo. L’opinione di Haydn su Wolfgang è passata alla storia, naturalmente, ma la conosciamo solamente grazie a questa lettera (la cui copia autografa era posseduta da un signore inglese della Rhodesia del Sud). Il 21 febbraio, lunedì, Leopold continua in un’altra lettera alla figlia: «Avrai ricevuto la mia prima lettera.

Joseph Haydn in un ritratto di John Hoppner del 1791: il musicista fu un grande amico e ammiratore di Wolfgang Amadeus

Pensavo di essere riuscito a scrollarmi di dosso il freddo subìto durante il viaggio, ma ieri sera avevo dei dolori alla gamba sinistra, e prima di andare a letto ho scoperto di avere veramente dei reumatismi. Così questa mattina ho preso a letto dell’infuso di radice di bardana e non mi sono alzato fino alle 13.30 per il pranzo, consumato in compagnia della sorella minore di tua cognata, M.lle Sophia; è ancora con me questa sera alle 8 perché tuo fratello, sua moglie ed Heinrich [Marchand] hanno pranzato da H[err] v[on] Trattner, un invito che purtroppo ho dovuto rifiutare, e stasera tuo fratello è a un grande concerto dato dal Conte Cizi [uno dei membri della famiglia Zichi], dove suoneranno qui per la prima volta H[err] Lebrun e sua moglie [l’oboista Ludwig August Lebrun e sua moglie Franziska Dorothea nata Danzi, membri dell’orchestra di corte di Mannheim]. Tua cognata e Marchand, invece, sono al concerto dato da H[err] v[on] Ployer, il nostro agente. Oggi, probabilmente, non andremo a letto prima dell’una di mattina, come al solito. Il 17, giovedì, abbiamo pranzato con la suocera di tuo fratello, Frau Weber, solo noi 4, lei e sua figlia Sophie, perché la figlia maggiore [Aloysia] è a Graz. Devo dire che il pranzo non era né troppo né troppo poco, ma era cucinato in maniera superba; l’arrosto era un bel fagiano grasso – tutto eccellentemente preparato. Venerdì 18 eravamo a pranzo dal giovane Stephani[e], ed eravamo presenti ancora solo noi 4 più H[err] Lebrun [sic], sua moglie, [il compositore di Mannheim] Carl Cannabich [1764- 1806] e un ecclesiastico. Lasciami dire subito che qui nessuno osserva i giorni di digiuno [venerdì ovviamente – senza considerare la Quaresima – era regolare giorno di digiuno, in cui si serviva pesce piuttosto che carne]. Non sono stati serviti che piatti di carne, oltre al fagiano i cavoli, e il resto era degno di un principe, hanno servito ostriche alla fine e deliziosi petits fours (pasticcini), per non parlare delle molte bottiglie di champagne. Il caffè è de rigueur, ovviamente. Di lì siamo andati alle 7 al secondo concerto dell’accademia di tuo fratello in Mehlgrube, che ancora una volta è stato meraviglioso. Henry [Heinrich Marchand] ha suonato un concerto per violino; H[err] Stephani[e] mi ha chiesto subito di te, e quasi non smettevamo di parlare dei bei giorni andati. Fino a ora non ci hanno ancora servito dei piatti da Quaresima [digiuno]. Ieri, il 20, siamo andati a un pranzo per 21 persone dato dall’attore H[err] Miller [Johann Heinrich Friedrich Mueller]; anche questo era magnifico, ma non così superlativo. Deve avere un grande appartamento perché ha 8 figli, e paga un affitto annuo di700 fiorini H[err] Stephani[e] ha un appartamento piccolo, ma lo paga 500 fiorini perché è in Piazza S. Michele vicino al teatro [Burgtheater]. Mercoledì 23 e lunedì 28 ci sono 2 concerti dell’accademia dati da H[err] Lebrun e sua moglie in teatro. Già il 18 non si poteva più avere un palco per il primo concerto, questa gente incasserà un mucchio di soldi. -… martedì 22. Questa mattina ho preso ancora l’infuso alla bardana e non mi sono alzato fino alle 10.30. H[err] e Mad. Lebrun sono stati con noi fino alle 13.30, e alle 14 siamo andati a pranzo, come al solito. Mentre ti scrivo sono già le 5 del pomeriggio; sta nevicando forte. Non sono ancora andato a piedi da nessuna parte, tranne che a messa a S. Stefano [la cattedrale], che è molto vicina. Sono così preoccupato del vento freddo che sicuramente non tornerò a casa finché il tempo non diventi più mite...».
Che descrizione della vita di Wolfgang all’apice della sua carriera dopo la rapidissima escalation dal suo arrivo a Vienna nel 1781! È ancora più difficile capire quindi il modo in cui tale carriera abbia potuto vacillare e infine crollare. Wolfgang come scrittore di lettere è più vivace, e la sua punteggiatura assomiglia a quella della Regina Vittoria (e tutti hanno in comune la stessa mania per le sottolineature: si può addirittura immaginare di udirli parlare sottolineato: cielo, è stato terribile, cioè come è possibile che qualcuno osi emettere una voce vecchia e fessa come quella…). I trattini hanno la funzione di virgole, punti, due punti. Wolfgang è brillante, malizioso, espansivo, spietato, spiritoso e crudele nelle sue lettere – e tutto ciò quasi in egual misura.

Mia cara mogliettina …
          Ecco una descrizione del suo viaggio a Berlino nel 1789, spedita alla sua adorata moglie Costanze a Vienna (Tradotto da chi scrive: ibid.): «Da dove credi ti stia scrivendo? Dalla mia stanza alla locanda? – No; – nel Thiergarten, in una taverna dove oggi ho mangiato tutto solo, per poter rivolgere i miei pensieri interamente a te. – La Regina vuole ascoltarmi [suonare] martedì, ma non c’è molto da cavare da quella parte. Ho fatto visita solamente perché qui è la prassi, e perché altrimenti si sarebbero offesi. Mia cara mogliettina, dovrai accontentarti di rivedere me piuttosto che del denaro – 100 Federichi d’oro non sono 900 ma solo 700 fiorini [probabilmente un acconto sull’onorario per sei quartetti per archi dedicati al Re e sei sonate per pianoforte dedicate alla figlia del Re, la Principessa Friederike] almeno, questo è quello che mi hanno detto.

La sorella Nannerl in un’immagine del 1765

In secondo luogo Lichnowsky ha dovuto lasciarmi perché costretto a correr via la mattina, e da allora ho dovuto badare a me stesso [in quel posto tanto costoso. Potsdam] – terzo, ho dovuto prestargli 100 fiorini, perché la sua borsa si stava svuotando, – Non ho potuto esimermi dal farlo, tu sai perché [il principe era un membro della Massoneria]. – Quarto, il concerto dell’accademia a Lipsia, proprio come prevedevo, è stato un fiasco, e così sono dovuto tornare indietro di 32 miglia quasi per niente, la colpa è tutta di Lichnowsky, perché non mi voleva lasciare in pace fintantoché non fossi tornato a Lipsia. Ma ti racconterò di più quando ci vedremo. Per prima cosa, non c’è gran che da aspettarsi da un concerto dell’accademia, e poi il Re non li vede di buon occhio. Devi essere soddisfatta di me e di questo, del fatto che sono abbastanza fortunato da rientrare nelle grazie del Re; ciò che ti ho scritto deve rimanere tra noi. Giovedì 28 andrò a Dresda, dove passerò la notte. Il primo giugno sarò a Praga, e il 4 – il 4? Con la mia adorata mogliettina; prepara con cura il tuo caro e amorevole nido, perché il mio piccolino se l’è proprio meritato, si è comportato molto bene e vuole solo possedere la tua dolce [c–; parola cancellata]. Pensa un po’, mentre sto scrivendo il birbantello fa capolino sul tavolo e mi guarda con aria interrogativa, ma io lo sbatto giù per bene – il tipo è ancora [infuriato; parola cancellata] e riesco a malapena a tenerlo al suo posto…”.
È difficile operare una selezione delle lettere di Wolfgang, in quanto molte di esse sono di ottima qualità; ve n’è una, tuttavia, che a mio parere è notevole, quella che scrisse a suo padre dopo aver ricevuto notizia che Leopold era criticamente ammalato. Secondo i massoni, questa è l’unica lettera che faccia accenno alla setta e che non sia stata successivamente distrutta da Constanze e/o dal suo secondo marito Nissen, dopo che la massoneria era stata messa fuori legge nel 1795. In quell’ambiguo «tu sai di cosa sto parlando», Wolfgang allude al rituale segreto dell’iniziazione a Terzo Livello [Maestro Massone] della Corporazione, ponendo enfasi sulla morte. Questa lettera fu scritta il 4 aprile 1787. Quattro anni e mezzo dopo moriva lo stesso Wolfgang. (Traduzione di chi scrive: ibid.).
«Ora mi hanno detto che sei veramente ammalato! Non sto neanche a dirti quanto speri di ricevere da te personalmente notizie confortanti, e lo spero sinceramente – sebbene abbia preso l’abitudine a immaginarmi il peggio in ogni situazione – poiché la morte è (strettamente parlando) il vero scopo della nostra vita; per un paio d’anni sono stato così vicino a questo sincero e grande amico dell’umanità che la sua immagine non solo non mi spaventa più, ma addirittura mi conforta e mi consola! Ringrazio il mio Dio di avermi concesso la possibilità (tu sai di cosa sto parlando) di imparare che lei [la morte] è la chiave che apre la porta della nostra vera felicità. Di notte non mi corico mai senza pensare che forse (sebbene sia così giovane) non vivrò abbastanza per vedere il giorno dopo, eppure nessuno di quelli che mi conoscono potrebbe dire che con lui sono testardo o scortese – e per questa fonte di gioia ringrazio ogni giorno il mio Creatore, e auguro di tutto cuore la stessa gioia al mio prossimo. Ho già spiegato nella (ultima) lettera (che Mad. Storace ha messo nel bagaglio) ciò che penso in merito alla triste scomparsa del mio carissimo amico Conte von Hatzfeld – aveva appena 31 anni, come me – Non mi dispiace per lui – ma per me, e per tutti quelli che lo conoscevano come me. Spero tanto che mentre sto scrivendo questa lettera tu ti senta meglio, ma se tu, nonostante tutto, non migliorassi, ti chiedo nel nome di… [puntini di Mozart] di non nascondermelo ma di scrivermi, o farmi scrivere, tutta la verità, affinché io possa volare tra le tue braccia nel modo più veloce concesso a un essere umano. Ti supplico – in nome di ciò che ci è più sacro. Ma spero di ricevere presto una tua lettera rassicurante, e con questa dolce speranza io, mia moglie e Carl ti baciamo le mani un migliaio di volte. Il tuo sempre obbediente figlio W.A. Mozart».