In occasione dl decennale della morte di Claudio Abbado, avvenuta a Bologna il 20 gennaio del 2014, iniziamo la pubblicazione di tutti gli articoli dedicati da Amadeus al grande direttore d’orchestra, protagonista della vita musicale del Novecento e di questo primo scorcio del nuovo secolo.
È stato inevitabile che, fin dal primo numero, la nostra attenzione fosse rivolta al Maestro da poco eletto a una delle cariche più prestigiose: quella di direttore dei Berliner Philharmoniker.

(Gennaio 1992 – Amadeus n. 26)

Claudio Abbado e gli anni di Vienna in VHS

di Emanuele Garofalo

Risale al dieci ottobre scorso la notizia, per i più del tutto inattesa, delle dimissioni di Claudio Abbado dalla carica di direttore musicale del Teatro dell’opera di Vienna. Naturalmente «l’annuncio ha scosso come un ciclone il mondo della musica» (da la Repubblica del giorno dopo) e, soprattutto, ha dato occasione a cronisti e musicologi, studiosi e dietrologi di dissotterrare le terribili armi della più risonante retorica dell’ars giornalistica, eccitata e rinvigorita dal «gioco delle ipotesi maligne» (idem).

Quali che siano i reali motivi di quella decisione , resta il dato incontrovertibile che Abbado, durante i cinque anni di direzione della prestigiosa istituzione, ha saputo ancora una volta esprimere i tratti in lui peculiari di una programmazione musicale originale e stimolante, aperta al nuovo e ricca di proposte che hanno inciso fortemente nel generale contesto culturale della capitale austriaca (si pensi al festival Wien Modern), rivitalizzandone al contempo anche i «luoghi» più tradizionalmente orientati. Significativo in questo senso è anche il programma del Concerto di Capodanno 1991, di cui già parlammo «a caldo» nel numero di Amadeus del marzo scorso e che, dall’autunno, è disponibile in cassetta e laser disc per i tipi della DGG. Accanto agli «inevitabili» brani degli Strauss, Abbado propone con misura ma con determinazione titoli inconsueti (in particolare una buffa Carmen-Quadrille di Eduard) e soprattutto autori insoliti, seppur indiscutibili, come Mozart e Schubert, spingendosi addirittura ad aprire il concerto stesso con una imprevedibilissima Ouverture da La gazza ladra con ben un anno di anticipo sul bicentenario rossiniano ormai iniziato.

Di ben altro peso e significato è ovviamente il segno lasciato dal direttore italiano alla Staatsoper con produzioni di enorme impegno e rilevanza dagli esiti spesso «splendidi», come il Fierrabras schubertiano, «un capolavoro prima … quasi totalmente ignorato» (P. Petazzi), il Pelléas et Mélisande di Debussy già portato alla Scala, il Boris Godunov «provvisorio congedo… per altro trionfale» (idem), e ancora di Mussorgskij la Khovanshchina nella versione integrale orchestrata da Sciostakovič (e nell’ultima scena anche da Stravinskij), la Elektra di Strauss, il Wozzeck di Berg. Proprio gli allestimenti di queste tre ultime opere, insieme a quello del Lohengrin con Domingo come protagonista, sono i titoli più prestigiosi di cui si è arricchita la CD Videosuono, casa di distribuzione già ben nota il cui catalogo si è però vivacemente rinnovato nel corso dell’anno appena trascorso e sul quale certamente avremo modo di ritornare. Questi video, almeno per ora disponibili purtroppo solo in VHS, sono coproduzioni dell’ente televisivo austriaco ORF con altre istituzioni, diverse da prodotto a prodotto, ma sempre in associazione con l’Opera di Stato. Affidati – come del resto il già citato Concerto di Capodanno – alla sempre scrupolosa e precisa regia di Brian Large, restano a efficace e stimolante testimonianza, per ciò stesso importantissima, di questo capitolo centrale nella biografia artistica di Claudio Abbado. Proprio per il pregio estetico e l’alto valore documentario di questi prodotti, non possiamo esimerci dal rimproverare alla CD Videosuono la scarsa attenzione mostrata per le note di copertina che aggiungono alla inadeguatezza e carenza di contenuti informativi una cattiva traduzione.