La Bohème, quarto titolo composto da Giacomo Puccini, e andato in scena per la direzione d’orchestra e concertazione dell’allora ventinovenne Arturo Toscanini, in prima assoluta al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1896, ritorna al Teatro Sociale di Como sabato 6 novembre (ore 20.30) e domenica 7 novembre (ore 15.30) 2021, per la regia di Renata Scotto e la direzione d’orchestra affidata a Giovanni Di Stefano, a condurre l’Orchestra Sinfonica di Savona, mentre il Coro di OperaLombardia è diretto da Massimo Fiocchi Malaspina, una coproduzione con il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, per le scene affidate a Michele Olcese, i costumi di Concetta Nappi, le luci di Andrea Tocchio.
Tra gli interpreti alcuni finalisti e vincitori delle ultime edizioni del Concorso AsLiCo per Giovani Cantanti Lirici, già avviati ad una carriera brillante: Sarah Tisba (6/11) e Linda Campanella (7/11) nei panni di Mimì, Valerio Borgioni (6/11) e Matteo Desole (7/11) in Rodolfo, Greta Doveri ad interpretare la seducente Musetta, Luca Galli impegnato nel ruolo di Marcello, Andrea Patucelli in quello di Colline, Paolo Ingrasciotta in Schaunard, Matteo Peirone nella doppia veste di Benoît/Alcindoro.

La regia è seguita dalla grazia e dall’esperienza di Renata Scotto, vincitrice a suo tempo del Concorso AsLiCo: «Per me tornare alla Bohème da regista (dell’opera di Puccini ho già fatto delle produzioni negli Stati Uniti) è bellissimo perché è un modo per rivedere la tua produzione per intero. Se io, sul palcoscenico, cercavo sempre di cantare ‘ai’ miei colleghi, come regista ho dovuto invece cambiare prospettiva e ‘cercare’ i miei compagni. Sono stata sia Mimì che Musetta, quest’ultimo ruolo al Metropolitan di New York, su richiesta di James Levine. E anche mia, a dire il vero. Quando espressi il desiderio al direttore, mi disse soltanto: ‘Ok, quando?’. Sono legata a entrambi i personaggi perché uno ‘guarda’ l’altro. Musetta è innamorata di Mimì perché Mimì è dolce, mentre, allo stesso tempo, quando Mimì vede Musetta le vuole bene perché è bella, appariscente e piena di vitalità. Sono due aspetti totalmente diversi della femminilità che mi facevano amare ogni volta di più entrambi i ruoli.»