Si è svolta a Messina la seconda edizione del Convegno “Ascoltare la musica oggi”.  Fin dai primi interventi si è capito che il tema non è di esclusivo interesse degli addetti ai lavori ma riguarda tutti. I relatori (nell’ordine: Gaetano Santangelo, Raffaella Lione, Antonio Galeano, Ivan Fedele) hanno cercato, ciascuno per la propria esperienza lavorativa, ma anche di appassionati musicofili, di affrontare l’argomento in modo chiaro ed esaustivo, almeno nei limiti imposti dal tempo.

Il pubblico, accorso numeroso, adeguatamente mascherato e distanziato a causa del covid, ha occupato in ogni ordine di posti il 50% del Teatro Annibale Di Francia di Messina: il luogo ideale per affrontare il tema del convegno. Si tratta infatti di un esempio unico nel suo genere: è costruito in modo funzionale rispetto alle esigenze acustiche di chi lo utilizza. Ma se è importante per chi è sul palco, quanto lo è per chi siede in platea? in altri termini: quanto è importante poter bene ascoltare? A questa domanda (a cui non sempre chi progetta luoghi destinati alla musica o alla prosa dimostra di saper adeguatamente rispondere) ha risposto l’architetto Antonio Galeano, che ha progettato e costruito il Teatro 18 anni fa, inaugurato da Uto Ughi con notevole soddisfazione dell’artista. Le pareti sono costituite da pannelli a forma di prisma rotanti con tre facce di materiali che hanno diverse caratteristiche di riflessione delle onde sonore e consentono di variare la risposta acustica secondo le esigenze di chi dal palco deve esibirsi e far giungere all’orecchio dello spettatore il suono nella sua risultante migliore: priva cioè di riverberi eccessivi e fastidiosi in modo che costituisca una cassa armonica ideale per ogni tipo si strumento.

L’esecuzione da parte di un quartetto d’archi di allievi del Conservatorio Arcangelo Corelli di Messina di alcuni brani musicali ha dimostrato come sia possibile migliorare l’acustica della sala con il variare della posizione delle pareti mobili.

Il Convegno si è posto l’obbiettivo di dare risposte a numerose domande: è possibile che oggi, con il cambiare della tecnologia, sia cambiato anche il modo di ascoltare la musica? è possibile che con l’avvento delle tecnologie digitali si sia passati da un’esigenza di miglioramento dell’ascolto della musica riprodotta a una sorta di indifferenza riguardo alla qualità, tanto che sono spariti i rivenditori di HiFi? Qual è la situazione dei teatri nel mondo? Quali sono e che caratteristiche hanno i teatri con una buona acustica? E qual è infine il punto di vista di chi compone musica rispetto al tema dell’acustica?

Se vogliamo in estrema sintesi dare le conclusioni del Convegno possiamo dire che non è sufficiente educare a capire la musica ma è di vitale importanza educare usare al meglio i mezzi per poterla ben ascoltare e al primo posto va messa l’acustica dei luoghi in cui la si ascolta.

A rispondere ai quesiti sarà al più presto la pubblicazione su fondazioneamadeus.org degli atti del Convegno.