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SINOSSI

Il mondo della musica si presenta come un labirinto dove incombe il pericolo di perdersi. Mi sono posto l’obiettivo non tanto di fornire al lettore una guida per districarsi tra i termini musicali aggiungendo l’ennesimo capitolo all’affollato panorama delle guide all’ascolto, quanto una serie di riflessioni sulle contraddizioni cui la materia si presta. Il critico americano Charles Rosen ha affermato che «la musica sembra avere un significato, pur non trasmettendo alcun messaggio». È proprio questo significato che spesso sfugge anche al più attento degli appassionati. Ritengo comunque vi sia un percorso che possa interessare tanto l’addetto ai lavori quanto il neofita aggirando l’ostacolo costituito da un linguaggio che, solo grazie a un luogo comune duro a essere superato, è considerato universale.

A rendere giustizia alla musica sono ancora una volta le storie, le biografie, gli aneddoti, che sono sempre utilissimi a catturare l’attenzione e alimentare la curiosità degli appassionati per la miriade di generi musicali presenti nella nostra cultura occidentale, generi che il genio di Duke Ellington ha drasticamente ridotto a due categorie: la buona musica e l’altra.

È noto che gli editori di musica, soprattutto nell’Ottocento, per attirare l’attenzione del pubblico, usavano dare titoli di fantasia alle opere pubblicate. Non solo perché è più facile ricordare le Quattro stagioni, Il chiaro di luna, l’Appassionata piuttosto che il numero d’opera delle varie composizioni, ma soprattutto per ragioni puramente commerciali. Tanto per fare un esempio Il trillo del diavolo di Tartini non sarebbe mai finito nelle pagine del fumetto Dylan Dog se fosse noto solo come Sonata per violino in sol minore. La presenza di quest’opera nel fumetto ha una storia antica ed è quanto si ripercorre nel capitolo Rumori (La musica del diavolo). Dall’antichità di Pitagora al Medio Evo, fino al Novecento di Stravinskij: un percorso che analizza senza pedanteria il rapporto tra musica e demoniaco.

Gli argomenti trattati spaziano dalla musica classica, alla canzone, dal cinema alla musica contemporanea, dalla musica antica alla musica registrata con il contributo di illustri e qualificati testimoni.

Il capitolo Sono solo canzonette è in gran parte dedicato alla vicenda legale che riguarda l’eredità di ‘O sole mio. Una storia esemplare che dimostra come, attraverso una falsa attribuzione di paternità di uno dei massimi capolavori della canzone napoletana, sia possibile portare la durata del diritto d’autore oltre i limiti consentiti dalla legge. E non si tratta di spiccioli.

Spesso da una cattiva interpretazione del significato delle parole nascono discussioni e malintesi. Nella musica l’argomento è quanto mai sentito come cerco di dimostrare nel capitolo dedicato appunto alle Parole. Termini come tempo, silenzio, esecutore e interprete, classico, musica universale, suonare e giocare si prestano a varie interpretazioni e meritano una riflessione.

Per non parlare infine degli Strumenti che possono essere utili o dannosi, ma sono anche idonei a riprodurre il suono, nonché utili a chi (ma non solo) non ha acquisito la tecnica necessaria per produrre la musica in autonomia, come avveniva in passato.

Gaetano Santangelo

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