di Gaetano Santangelo

Quando la forza della musica si unisce alla forza delle parole nascono mix difficili da controllare, se poi il tutto è affidato alle multiformi doti di manipolazione e invenzioni visive e sonore del musicattore Luigi Maio la miscela diventa esplosiva.

È ciò che troviamo nella recente messa in scena al Teatro dell’Elfo (e dove se no) di Milano di Un Peer Gynt da camera di Luigi Maio, dove il “di” sta per autore, compositore, scenografo, regista e interprete. Con questo concerto-spettacolo, ispirato al capolavoro di Henrik Ibsen e alle popolari musiche di scena di Edvard Grieg, si conclude l’edizione 2025 di Sound, Music! progetto didattico della Filarmonica della Scala per la scuola primaria e si rinnova la collaborazione del musicattore con la prestigiosa compagine milanese diretta dal maestro Francesco Muraca.

Visto l’entusiasmo manifestato dai giovanissimi spettatori (con i quali Maio ha un feeling particolare), in occasione delle rappresentazioni dedicate alle scuole e vista la valenza didattica e educativa di questi spettacoli perché (sull’esempio dei numerosi fantasy cine-televisivi come Il Signore degli anelli, Il trono di spade e simili) non si dà vita a un serial ambientato nel fantastico mondo dei Troll, in modo da trasformare i passivi sgranocchiatori di popcorn, davanti ai piccoli e grandi schermi di tv e cinema, in attivi frequentatori di gremite e festose platee teatrali?

Qualcuno potrà legittimamente chiedersi: ma come è possibile dar vita ai fantasmagorici effetti di questi sequel? Lasciate fare a Maio. Lui sa come, con pochi mezzi: cartoni, maschere, cappellini ecc. mettere in moto la fantasia degli amanti del suo “teatro da camera”, che si rivolge a un pubblico senza limiti d’età, visto che è maestro nel dar vita a voci dai timbri spaventosi o suadenti vestendo i panni di tutti i personaggi, senza distinzione di età o sesso. Insomma, sa mettere in sella all’ippogrifo della fantasia gli spettatori di ogni età, cultura e professione, per un volo ricco di emozioni.