di Gaetano Santangelo
L’assonanza tra le parole reflex e riflettere giustifica la scelta del nome di questa rubrica che ho tenuto su Amadeus dal febbraio 2015 al dicembre 2019 quando il mensile, nato nel dicembre 1989, compiva trent’anni.
Trent’anni sono molti e molti sono i cd pubblicati, le recensioni, i collaboratori che le hanno scritte per Amadeus e grazia ad Amadeus. Molti, tra i più illustri, hanno contribuito a rendere indimenticabili questi anni. Molti di loro sono passati a miglior vita, come si usa dire con un’espressione consolatoria. E proprio grazie a quest’espressione possiamo fingere che siano veramente in un mondo migliore, cosa non difficile, vista la situazione in cui ci troviamo, impegnati come siamo a rendere sempre meno vivibile questo mondo.
Mi è capitato per una ricerca di dover sfogliare qualche numero arretrato e, con non poca emozione, ho letto i nomi di molti che con i loro scritti hanno illuminato un angolo della vita musicale italiana e internazionale: Duilio Courir, per molti anni il faro indiscusso del nostro percorso, accanto a lui indimenticabili sono stati Mario Pasi, Mario Bortolotto, (scomparso recentemente), Robbins Landon, Andrew Porter, … ma l’elenco sarebbe lunghissimo perché lungo è il percorso di Amadeus. Stiamo per festeggiare trent’anni e a passi spaventosamente celeri si avvicina il n. 400. Così un po’ per volta l’incombere di scadenze così importanti ci ha costretto a chiedere ai collaboratori di mettere in moto la loro fantasia per coinvolgere nei festeggiamenti, che non mancheranno, i nostri lettori e soprattutto i nostri musicisti. Ma li vogliamo giovani ed è per questo che è nato Amadeus Factory, di cui in altre pagine abbiamo dato tutte le informazioni utili a seguirne il percorso.
I risultati sono andati oltre ogni più rosea previsione. Abbiamo potuto toccare con mano la possibilità offerte dalla rete internet quando se ne fa un uso proprio. Amadeus Factory è stata immediatamente assimilata ai vari X Factor tanto di moda, ma vogliamo subito prendere le distanze da questa formula, perché ciò che caratterizza il nostro percorso è di coinvolgere i Conservatori e le Scuole di musica in un percorso che metta in primo piano i protagonisti della vita musicale del futuro.
(Amadeus n. 338–gennaio 2018)