di Harvey Sachs

(Pubblicato sul n. 7 di Amadeus, giugno 1990)

Risorge dall’archivio l’integrale di Toscanini.
A trentasei anni dal suo ultimo concerto,
al Teatro dell’Opera di Roma è stata presentata
la «Toscanini Collection»: circa cento ore di musica che saranno
pubblicate entro il ’92.

Finalmente. È l’unica parola che si addice al lancio della nuova Arturo Toscanini Collection della RCA (che ora appartiene alla BMG, ossia Bertelsmann Music Group, con sede a Monaco di Baviera). Ed è significativo, seppure casuale, che la conferenza stampa tenuta al Teatro dell’Opera di Roma per presentare questa nuova serie (presenti la figlia di Toscanini Wally, i nipoti Emanuela Castelbarco e Walfredo Toscanini, il presidente della BMG Classics Guenter Hensler e lo stato maggiore della BMG Ariola italiana) abbia avuto luogo il4 aprile, 36° anniversario dell’ultimissimo concerto del maestro parmigiano.
A trentasei anni – più di un terzo di secolo, una generazione intera – da quel pomeriggio wagneriano alla Carnegie Hall, si comincia, dunque, a restituire Toscanini al mondo. Dopo tante titubanze e tanti passi sbagliati, finalmente i nodi contrattuali tra casa discografica, sindacati ed eredi degli artisti sono stati sciolti, e sembra che giustizia sarà fatta per il più influente interprete musicale di questo secolo, le cui scelte interpretative e la cui posizione storica sono state fraintese da tanti addetti ai lavori in questi ultimi decenni.
Dovrei forse astenermi dal commentare questa nuova edizione, essendo anch’io parte in causa in quanto autore di alcune delle note di copertina, nonché di molti altri scritti toscaniniani. Ma non ci riesco. Perché anch’io, come molti altri musicisti, studiosi di cose musicali e più o meno umili musicomani, ho aspettato questo avvenimento da troppo, «troppissimo» tempo.
Per trent’anni abbiamo insistito che si pubblicasse una edizione integrale e accurata delle registrazioni toscaniniane «Ufficiali» – cioè di quelle approvate dallo stesso maestro; e finalmente, entro il 1992, quelle novanta o cento ore di incisioni fatte con l’Orchestra della Scala, la Filarmonica di New York, l’Orchestra sinfonica della NBC e l’Orchestra di Filadelfia usciranno tutte in compact (quelle con l’Orchestra sinfonica della BBC verranno pubblicate dalla EMI inglese), con la qualità sonora non più truccata, come si soleva fare negli Anni Sessanta e Settanta, ma ripresa dalle fonti migliori e ripulita con le tecniche più avanzate, da tecnici come John Pfeiffer e Arthur Fierro (o Keith Hardwick per la EMI), i quali non solo conoscono meravigliosamente il loro mestiere ma si sono dedicati anche a livello personale, umano, a questo progetto, così massiccio e così delicato.
Per trent’anni abbiamo incalzato i sedicenti potenti dell’industria musicale, insistendo che si restaurassero e si mettessero a disposizione del pubblico i filmati dei dieci concerti televisivi diretti da Toscanini tra il 1948 e il 1952; i primi di questi filmati sono appena usciti su videocassette e videodischi (sempre presso la RCA), dopo aver subìto un restauro certosino, e gli altri usciranno entro la fine di quest’anno.
Per trent’anni abbiamo chiesto che si trovassero le migliori fonti sonore delle registrazioni delle opere dirette da Toscanini a Salisburgo nel 1937: Falstaff, Maestri cantori e Flauto magico (il Fidelio è stato perso, forse prima ancora della guerra, e finora tutte le ricerche per rintracciarlo sono state inutili).
Adesso ciò è stato fatto, come anche il restauro sonoro, e i primi negoziati per l’eventuale pubblicazione di queste bellissime incisioni storiche sono stati avviati.
Per trent’anni abbiamo cercato casa per il gigantesco archivio della famiglia Toscanini (ventitré camionate da trasloco di materiale); e adesso si sta finalmente ordinando l’archivio, alla New York Public Library. Per gli studiosi che riescono a raggiungere la metropoli americana è già possibile studiare le partiture annotate da Toscanini e ascoltare alcune delle sue registrazioni inedite, e tra qualche anno la Library dovrebbe essere in grado di mettere a disposizione anche le altre registrazioni, nonché lo sterminato carteggio toscaniniano.
Per trent’anni avremmo voluto sentire le parole che Walfredo Toscanini ha pronunciato lo scorso 4 aprile alla conferenza stampa romana, cioè che se questa nuova edizione RCA/BMG andrà bene (sottinteso: se i risultati economici accontenteranno la casa discografica), si potrebbe prendere in considerazione, dopo, la progressiva pubblicazione di almeno una parte delle registrazioni non ufficialmente approvate da suo nonno. Si tratta di mille e più ore di trasmissioni radiofoniche e prove, inedite per lo più, benché alcune siano state pubblicate in edizioni «pirateggiate» da persone che (con rarissime eccezioni) non avevano e non hanno tuttora libero accesso alle migliori fonti sonore.
Tornato a casa dopo la conferenza stampa, ho tirato fuori da uno dei nuovi cofanetti la registrazione del Doppio concerto di Brahms, presa da una trasmissione radiofonica del 1948. Mi era sempre piaciuta questa lettura dell’opera, ma come qualità sonora è sempre stata una delle peggiori incisioni toscaninìane – distorta, metallica, acida. Questa volta, però, è venuto fuori dalle casse un bellissimo suono, incisivo ma anche tondo, e con pochissimi rumori di superficie. E ho pensato: l’abbiamo spuntata. Finalmente.